Le fratture della mano( metacarpali, falangee) e del polso necessitano di una accurata valutazione dello specialista che comprenda il tipo di frattura (aperta o chiusa), la localizzazione della frattura, la geometria (obliqua, trasversa, spiroide), il grado di scomposizione iniziale ed eventuali lesioni associate (nervose, tendinee, vascolari). La gestione immediata permette un miglior e piu breve recupero funzionale evitando complicanze artrosiche e dolorose. Le fratture dello scafoide sono spesso difficili da diagnosticare e da trattare e le complicanze possono essere numerose e comprendono la mancata consolidazione e la cattiva consolidazione, che alterano la meccanica del polso e possono provocare dolore, riduzione del mobilità articolare e della forza ed evolvere verso un quadro artrosi precoce (consumo della cartilagine) dell’articolazione del polso (articolazione radiocarpica).
L’encondroma è un tipo di tumore benigno (non canceroso) che inizia nella cartilagine che si trova all’interno delle ossa. Gli encondromi raramente causano dolore o altri sintomi, e quindi la maggior parte di loro rimane non diagnosticata fino a quando i raggi X non vengono effettuati per una ferita o per una condizione non correlata. Nella maggior parte dei casi, gli encondromi non richiedono un trattamento specifico. In rari casi, tuttavia, tumori multipli possono indebolire l’osso, provocandone la frattura. Quando ciò si verifica, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il tumore e prevenire ulteriori fratture.
è una forma di osteoartrosi degenerativa, più comune nelle donne dopo i 50 anni, che colpisce la base del pollice ed in particolare l'articolazione trapeziometacarpale. Il paziente presenta dolore alla base del pollice, di solito durante movimenti semplici come svitare un barattolo, impugnare una penna, sollevare dei pesi a pugno chiuso, girare le chiavi della porta e tali dolori sono provocati dallo sfregamento delle ossa a causa dell’usura della cartilagine e dalla presenza di "becchi" ossei artrosici che agiscono come spine, irritando i tessuti. La diagnosi viene fatta sia clinicamente che con una semplice radiografia della mano.
imparare i gesti che permettono di risparmiare l'articolazione e usare un tutore di riposo notturno può alleviare i disturbi. Se il dolore diventa insopportabile è indicato l'intervento chirurgico che viene eseguito in Day Hospital e richiede l'anestesia di tutto il braccio. Il pollice rimane immobilizzato per circa 15 giorni, e successivamente protetto nei movimenti per ulteriori 3 settimane. La fisioterapia, che consiste in iniziali movimenti assistiti da terapista della mano e da una serie di esercizi di rinforzo e recupero articolare, impegna il Paziente per almeno 8-12 settimane.
imparare i gesti che permettono di risparmiare l'articolazione e usare un tutore di riposo notturno può alleviare i disturbi. Se il dolore diventa insopportabile è indicato l'intervento chirurgico che viene eseguito in Day Hospital e richiede l'anestesia di tutto il braccio. Il pollice rimane immobilizzato per circa 15 giorni, e successivamente protetto nei movimenti per ulteriori 3 settimane. La fisioterapia, che consiste in iniziali movimenti assistiti da terapista della mano e da una serie di esercizi di rinforzo e recupero articolare, impegna il Paziente per almeno 8-12 settimane.
il ganglio artrogeno (cisti gangliare) è una patologia molto frequente che spesso si presenta come una tumefazione rotondeggiante o plurilobata di consistenza duro-elastica. Le cisti si ritrovano generalmente sulla faccia dorsale (superiore) o meno frequentemente sulla faccia volare (palmare) del polso, sull'articolazione interfalangea distale (cisti mucose) o alla base del dito. Queste lesioni possono provocare dolore, soprattutto con i movimenti del polso o delle dita. Il ganglio generalmente origina dalla rima articolare fra due ossa (ganglio artrogeno ) o dalla guaina tendinea (cisti tendinea).
La sintomatologia può regredire autonomamente (ma temporaneamente. Nella quasi totalità dei casi si dovrà comunque ricorrere all'intervento chirurgico che consiste nel rimuovere la cisti gangliare eradicandola dalla sua base d'impianto.
Quando i tendini della mano vengono lesi i relativi movimenti sono impossibili (a meno che non si tratti di lesioni parziali). La causa più frequente di una lesione tendinea è una ferita da taglio ( coltello, vetro, etc..) o Più raramente si possono rompere a causa di un urto o di uno sforzo notevole anche in assenza di una ferita (rottura sottocutanea). I tendini si suddividono in Estensori e Flessori: Una lesione dei tendini estensori può comportare l’impossibilità a sollevare una o più dita. Una lesione del tendine flessore comporta l’impossibilità a chiudere il ditto sul palmo mano. La rottura del tendine che estende l’estremità delle dita può causare la caduta della falange distale e l’impossibilità alla sue estensione (trauma dell’articolazione interfalangea distale). La deformità residua è chiamata comunemente “dito a martello”.
il morbo di Dupuytren è un ispessimento anomalo del palmo della mano che può causare una limitazione al movimento delle dita. Nei casi più avanzati si sviluppa un cordone retraente sotto la pelle che rende sempre più difficoltosa la completa estensione delle dita interessate, fino ad arrivare ad una situazione di chiusura obbligata delle stesse. In alcuni pazienti la malattia può colpire anche altre parti del corpo, come la pianta dei piedi. Le cause sono principalmente da attribuirisi a fattori ereditari metabolici traumatici e lavorativi. La malattia è benigna e di solito indolore.
Il trattamento chirurgico prevede l'asportazione del tessuto patologico con conseguente distensione delle dita, ed è indicato qualora la funzione della mano sia compromessa. Il post-operatorio è impegnativo e prevede medicazioni e cicli di fisioterapia, necessari a garantire l'efficacia del trattamento chirurgico. La Malattia di Dupuytren, in alcuni casi, potrebbe essere trattata oggi mediante l’utilizzo di una sostanza chiamata collagenasi che è in grado con delle microiniezioni localizzate a livello del cordone, di scioglierlo permettendo la completa estensione delle dita.
il ganglio artrogeno (cisti gangliare) è una patologia molto frequente che spesso si presenta come una tumefazione rotondeggiante o plurilobata di consistenza duro-elastica. Le cisti si ritrovano generalmente sulla faccia dorsale (superiore) o meno frequentemente sulla faccia volare (palmare) del polso, sull'articolazione interfalangea distale (cisti mucose) o alla base del dito. Queste lesioni possono provocare dolore, soprattutto con i movimenti del polso o delle dita. Il ganglio generalmente origina dalla rima articolare fra due ossa (ganglio artrogeno ) o dalla guaina tendinea (cisti tendinea) Terapia: La sintomatologia può regredire autonomamente (ma temporaneamente. Nella quasi totalità dei casi si dovrà comunque ricorrere all'intervento chirurgico che consiste nel rimuovere la cisti gangliare eradicandola dalla sua base d'impianto.
definito anche tenosinovite stenosante dei tendini flessori, è un'infiammazione dei tendini di un dito, che si manifesta con la formazione di un nodulo tendineo doloroso alla base del dito interessato. Questo causa il caratteristico scatto nei movimenti di flessione e di estensione del dito, dovuto alla difficoltà meccanica incontrata dal nodulo a scorrere al di sotto della puleggia. Lo scatto è spesso accompagnato da dolore e da conseguente difficoltà nei movimenti.
il trattamento conservativo (tutore) è efficace nella riduzione del gonfiore e del dolore, ma non è sempre risolutivo per eliminare lo scatto. In caso di persistenza o ricomparsa dei sintomi,anche dopo un eventuale precedente infiltrazione con corticosteroidi, è indicato l'intervento chirurgico, eseguito in anestesia locale, che libera il tendine attraverso la sezione della puleggia, con una mini-incisione alla base del ditto. L'intervento dura circa 10 minuti e viene eseguito in anestesia locale e Day Hospital. Dopo l'operazione è utile eseguire alcuni semplici esercizi di fisioterapia per evitare la formazione di aderenze tendinee.
si tratta di una infiammazione dei tendini, che estendono e allontanano il pollice dalle altre dita della mano. Clinicamente si ha un dolore molto intenso, localizzato al polso durante i movimenti di presa, e rende difficoltose le più semplici attività quotidiane. Questa tendinopatia raramente si risolve da sola e tende a diventare cronica. Tra le cause più comuni, lo sforzo della neo-mamma che tiene in braccio il bambino e alcune attività lavorative ripetitive.
Inizialmente è indicato il trattamento conservativo con tutore. Nei casi resistenti si esegue l'intervento chirurgico di liberazione dei tendini, la cui durata è di circa 10 minuti, in anestesia locale e regime di Day Hospital. Dopo l’intervento il paziente può utilizzare da subito la mano e viene consigliata l'esecuzione di semplici esercizi di fisioterapia per favorire la guarigione dei tendini infiammati.
è un'infiammazione del nervo mediano causata dalla compressione, all'interno del canale carpale, dai tendini flessori che vi scorrono. I sintomi possono essere: formicolii e dolore crampiforme dalla mano sopratutto alle prime tre dita(police, indice, medio) fino all'avambraccio, prevalentemente durante la notte, diminuzione della forza e della sensibilità. Per diagnosticare la sindrome del canale carpale è utile eseguire l'esame elettromiografico che costituisce l'unica indagine strumentale attendibile.
la terapia conservativa (tutore) è raramente efficace. Il trattamento risolutivo è l'intervento chirurgico di decompressione del nervo, che generalmente viene eseguito con una piccolo incisione di circa 3 cm sul palmo mano in anestesia locale ed in Day Hospital. L'intervento dura circa 10 minuti. La mobilizzazione della mano è immediata. La riabilitazione, attraverso semplici esercizi da eseguire da soli durante la giornata, rappresenta parte integrante del trattamento e consente di utilizzare da subito la mano per le normali attività quotidiane e di riprendere l'attività lavorativa in poche settimane.
Schwannoma, Neurinoma o Neurilemoma, sono tumori benigni capsulati a lenta crescita che origina dal tessuto le cui cellule (cellule di Schwann) costituiscono una sorta di guaina dei nervi periferici. Se ne sente parlare poco, ma in realtà è più frequente di quanto si pensi, colpendo prevalentemente soggetti di ambo i sessi con età tra i 20 ed i 50 anni. Raramente raggiunge grandi dimensioni e di solito la sua grandezza è inferiore ai 5 cm; la sua crescita infatti (in genere sviluppa come un nodulo rotondo ben definito, mobile sui piani profondi e dolente alla digitopressione) determina una compressione del nervo di origine e dunque quasi subito i sintomi diventano insistenti e talora debilitanti. Il tumore può derivare da qualsiasi nervo periferico (sensitivo e motorio), ma le sedi più frequenti sono i rami del nervo peroneo (gamba) o del nervo ulnare (avambraccio) o le radici spinali (sulla colonna vertebrale dunque). La diagnosi si basa sulla valutazione clinica del paziente e su accertamenti strumentali come la risonanza magnetica che evidenzia la massa specie nelle immagini longitudinali.
Lesioni da taglio ed amputazioni.
Per aneurisma ed angioma si intende una dilatazione progressiva di un segmento vascolare, dovuta a indebolimento delle sue pareti. Gli aneurismi e gli angiomi possono essere “congeniti", presenti già alla nascita e “acquisiti", riconducibili nel tempo alla debolezza congenita delle pareti vascolari. Tale patologia può riguardare qualsiasi distretto vascolare. Gli aneurismi e gli angiomi della mano e del polso non necessitano di un intervento immediato, ma un controllo e lo studio con diverse metodiche radiologiche. Il trattamento chirurgico necessita di abilità microchirurgiche per le eventuali ricostruzioni vascolari.